.A Roma va in scena la straordinarietà dell’arte pittorica femminile con una mostra che pone al centro le tante artiste donne che hanno operato nella Capitale tra il XVI e il XIX secolo.
“Roma Pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XVIII secolo” è l’esposizione organizzata da Zètema Progetto Cultura e promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, curata da Ilaria Miarelli Mariani e Raffaella Morselli, con la collaborazione di Ilaria Arcangeli. Clicca qui e guarda il reel sul nostro profilo Instagram @voyavels.
Il progetto propone più di cinquanta artiste con circa 130 opere presentate, appartenenti alle collezioni dei Musei Civici della Sovrintendeza Capitolina e ad altre realtà mussali nazionali e internazionali, tra cui l’Accademia di San Luca, l’Accademia di Brera, la Galleria degli Uffizi, il Pilotta di Parma, i Musei Reali di Torino, la National Portait Gallery di Londra e il Museo Thorvaldsen di Copenaghen.
La mostra vuole approfondire un’indagine storica per ricostruire vicende professionali e biografiche, che spesso risultano ignote per mancanza di dati o perché, le opere delle artiste stesse, sono state attribuite a maestri o familiari uomini. Tra le artiste di maggior importanza spiccano i nomi di Maria Felice Tibaldi Subleyras, Angelika Kaufmann, Laura Piranesi, Marianna Candidi Dionigi, Louise Seidler, Emma Gaggiotti, Lavinia Fontana, Artemisia Gentileschi e Giovanna Garzoni e molte altre.
1. Il ruolo di Roma nell’arte femminile dell’età moderna
Il titolo della mostra “Roma Pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XIX secolo” è simbolo di resilienza per il mondo femminile, per troppo tempo trascurato ed escluso dagli studi.
La mostra segue un percorso cronologico e tematico, descrivendone il progressivo inserimento delle pittrici nel mercato internazionale. In questo processo, Roma è il luogo primario di apprendistato, dove fare pratica, formazione e, per l’appunto, mercato. La città diventa un luogo cruciale per le artiste che scelgono di sviluppare la propria carriera in una città in fermento. Roma è città delle arti, pittrice essa stessa, e registra molte più artiste “al lavoro” di quelle attualmente note.
In una città dove la presenza femminile è sempre inferiore a quella maschile, a causa del flusso migratorio che richiama nella città papale manodopera specializzata, le artiste attive a Roma si mostrano qui per la prima volta.
Per far riemergere le loro opere è stato necessario interpretare molti silenzi: poco ricordate nei documenti e spesso relegate a ruoli minori nel sistema delle arti, la loro produzione è stata spesso confusa con quella dei loro maestri e familiari.
In questa storia Roma si conferma luogo prediletto di lavoro e formazione nella lunga età moderna. Città cosmopolita capace di attirare sempre più artiste italiane e straniere in grado di lavorare con maggiore libertà, è la porta verso l’Europa, grazie anche alle accademie accreditate come quella di San Luca, dell’Arcadia e dei Virtuosi. Requisiti fondamentali per essere in un ambiente professionale tradizionalmente maschile.
2. Il percorso della mostra
La mostra si apre con una giovane pittrice di nature morte che presenta con orgoglio i suoi strumenti di lavoro. La prima sala è dedicata a Lavinia Fontana, seguita da un percorso su Artemisia Gentileschi, che ripercorre tre momenti cruciali della sua carriera: il drammatico e sensuale Cleopatra della fase romana, l’innovativo L’Aurora del decennio successivo, e il tenebroso Giuditta e la serva con la testa di Oloferne del periodo napoletano, ispirato al padre Orazio.
Tra le opere in mostra spicca l’unico dipinto noto di Giustiniana Guidotti, esposto per la prima volta e firmato dall’artista, un gesto significativo per rendersi visibile al pubblico. Una sala è poi dedicata alla natura morta seicentesca, dove emergono i lavori di Laura Bernasconi, Anna Stanchi e un prezioso album di miniature botaniche di Giovanna Garzoni, in prestito dall’Accademia di San Luca.
Il percorso prosegue con due sale che chiudono il focus sul XVI e XVII secolo: una dedicata al ritratto, tra cui l’unica opera nota di Claudia Del Bufalo, che raffigura la sorella Faustina in abito nuziale, e una alla grafica e alla miniatura. Si esplorano anche i progetti architettonici di Plautilla Bricci, rappresentata dalla sua Villa del Vascello.
Nel Settecento spicca Angelika Kauffmann, pittrice internazionale residente a Roma, la cui casa-atelier era luogo di ritrovo per intellettuali. Ampio spazio è dedicato all’incisora Laura Piranesi e ad altre artiste, come Élisabeth Vigée, Caterina Cherubini e Maria Felice Tibaldi, che consolidano il successo delle donne nel mercato dell’arte.
L’Ottocento offre un ricco panorama di artiste, rappresentate in autoritratti o raffigurate come protagoniste della società culturale, come cantanti e attrici. Tra queste spicca Emma Gaggiotti, di cui vengono esposti per la prima volta il Ritratto di famiglia, la Venere degli Uffizi e la Sacra Famiglia dei Vaticani, recentemente restaurate.
Il percorso si conclude con tre sale tematiche dedicate a soggetti religiosi e storici, ritratti, e paesaggi o nature morte. Nell’Ottocento, le artiste godono di maggiore libertà, aumentando di numero e visibilità. Tra le figure emergenti vi sono Erminia De Sanctis e Virginia Barlocci, i cui lavori, custoditi nelle collezioni capitoline e sul mercato antiquario, costituiscono una novità espositiva assoluta.
3. Informazioni utili
La mostra Roma Pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XVIII secolo sarà aperta al pubblico dal 25 ottobre 2024 al 23 marzo 2025 presso il Museo di Roma a Palazzo Braschi (Piazza San Pantaleo, 10). Il costo della mostra è di €13,00 e se possiedi la MIC card avrai uno sconto dedicato, e potrai accedere gratuitamente al Museo di Roma.
È possibile seguire il percorso mostra accompagnati dall’ascolto di approfondimenti audio o di fruizioni tattili di alcune opere, inoltre sono in programma appuntamenti guidati accessibili a persone con disabilità visiva e uditiva.
Orari dal martedì alla domenica ore 10.00-19.00.
La biglietteria chiude alle ore 18.00.
Giorno di chiusura: lunedì.
4. L’importanza di avere una mostra tutta al femminile oggi
Questa mostra si è rivelata per noi estremamente interessante e motivo di riflessione per due ragioni fondamentali. La prima è l’importanza di dare voce all’arte femminile precedente al panorama contemporaneo: esistevano artiste donne ben prima di Frida Kahlo e Marina Abramović e molte di loro operavano in Italia, in particolare a Roma.
La seconda ragione, non meno significativa, è che la scelta di esporre queste opere oggi assume il valore di un manifesto, volto a sottolineare l’importanza del contributo femminile nella società. È giusto sensibilizzare il pubblico su certi temi attraverso eventi pubblici e interventi televisivi, ma l’arte possiede una forza unica: come un colpo di pistola che non uccide, ma fortifica le coscienze.
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