Da bambini volevamo fare gli archeologi, di quelli che vedi su National Geographic Channel intenti a spennellare reperti storici sepolti dalla sabbia gialla e sotto il sole cocente dell’Egitto. Qualcosa è andato storto, abbiamo preso altre strade ma, conoscersi e dirsi: – Da bambino volevo fare l’archeologo- – Ma dai anche io! – non ha prezzo! Due archeologi mancati, due Indiana Jones alla scoperta del mondo antico, ecco come ci siamo sentiti durante la nostra visita alle Piramidi di Giza, una meraviglia che bisogna vedere almeno una volta nella vita.
Quello che non tutti sanno è che il complesso delle Piramidi si trova a quaranta minuti dal centro del Cairo e accanto al quartiere di Giza, dove sorgono numerosi hotel con terrazze panoramiche vista piramidi. Dunque visitare le piramidi non è un’impresa così assurda: si scenda dall’aereo, si prende un taxi per l’albergo, si acquista un tour guidato e il gioco è fatto.
La piana di Giza si è mostrata ai nostri occhi per la prima volta dall’aereo, poco prima di atterrare al Cairo. Un deserto completamente giallo con tre piramidi che sembrano emergere dalla sabbia, si fa quasi difficoltà a distinguerle dato che il loro colore si mimetizza bene con il paesaggio. Dal finestrino dell’aereo non credevamo ai nostri occhi, è scesa una lacrimuccia al solo pensiero della bellezza che ci avrebbe atteso poco dopo.
L’hotel nel quale abbiamo alloggiato per tre notti si trovava a Giza: camere modeste, personale super cordiale e una splendida terrazza vista Piramidi dove fare colazione, rilassarsi in piscina e godersi il vento della sera prima di andare a dormire.
I nostri giorni al Pyramids Height sono stati un vero sogno, affacciarsi alla finestra appena svegli e scorgere una piramide non sembrava reale. Non abbiamo mai smesso di fare fotografie, video e ammirare il sole tramontare dietro Chefren.
La difficile realtà di Giza
Eppure vogliamo avvisare i viaggiatori che la maestosità delle Piramidi non si riflette su Giza, un quartiere popoloso e danneggiato dalla povertà. Nonostante il nostro albergo fosse a 100metri dall’entrata del complesso archeologico, la strada era colma di mendicanti, cavalli e asini senza redini, cani e gatti randagi e tanta sporcizia. Il degrado dell’umanità che abbiamo visto a Giza sembrava la perfetta degenerazione dello splendore dell’Antico Egitto, capace di costruire monumenti unici come le Piramidi. Loro sono lì da più di 4000 anni, con qualche blocco calcareo in meno ma senza mai crollare del tutto, a differenza dei palazzi fatiscenti del quartiere dove i tetti collassano con grande facilità. Ci siamo resi subito conto di essere in una città difficile dove i turisti vengono scortati con i paraocchi dai tour operator.
Il nostro alert per voi è quello di non aspettarsi la passeggiata notturna sotto le piramidi mano nella mano, piuttosto scegliete bene il vostro hotel o il rooftop panoramico dove trascorrere la serata!
Alla scoperta dell’Antico Egitto
Il primo giorno a Giza la nostra sveglia suona all’alba, la vista delle Piramidi sul tetto dell’albergo delizia i nostri occhi assonnati. Sul tavolo c’è hummus di lenticchie, frittata, melanzane, formaggi, salumi e tè nero… una colazione salata ottima per iniziare la lunga giornata che ci attende.
L’appuntamento è alle ore 8 con Ahmed, un simpatico ragazzo egiziano che parla italiano e collabora con la Faro Travel, il tour operator che ci accompagnerà alla visita di Giza e Sakkara. A pochi passi dall’albergo ci attende il van con gli altri componenti del gruppo: sei coppie italiane che hanno allietato la nostra giornata con sorrisi e simpatia, come se ci conoscessimo da una vita.
Entrati nell’area archeologica ci si rende conto di quanto le Piramidi siano un capolavoro di ingegneria. Le Piramidi di Cheope, Chefren e Micerino sono state costruite durante l’Antico Regno dell’Egitto, intorno al XXVI secolo a.C., come “case dell’eternità”. All’epoca non esisteva la parola tomba e, gli antichi egizi, mummificavano i corpi per far sì che rimanessero intatti anche nell’aldilà. Se si parte da questo presupposto, si capisce subito la magnificenza di un monumento funerario tanto grande, doveva essere semplicemente una casa dove vivere per sempre, dunque tanto vale farsela bella e spaziosa!
Una civiltà avvolta dal mistero
La precisione con cui sono state costruite è ancora oggi un mistero affascinante. La Grande Piramide, costruita sotto il regno di Cheope, è l’unica meraviglia del mondo antico rimasta intatta tutt’oggi ed è stata costruita con blocchi di pietra levigati e tagliati con incredibile accuratezza, alcuni di essi provenienti da Asswan, a circa 800km da Giza. Gli esperti si chiedono ancora come i costruttori abbiano potuto trasportare i materiali e raggiungere tale perfezione senza l’ausilio della tecnologia moderna. Inoltre, le piramidi di Giza sono orientate verso i quattro punti cardinali e allineate perfettamente con le tre stelle della costellazione di Orione, ennesima testimonianza dello sviluppo intellettuale del popolo egizio che fa rimanere i visitatori a bocca aperta.
Tutto quello che studiavamo da bambini sui libri si concretizzava davanti a noi, certe cose sono difficili da spiegare, semplicemente rimani affascinato e non sai bene cosa fare, se scattare una foto ricordo o ammirare il paesaggio.
La sfinge: uno sguardo penetrante nei millenni
Ultima tappa a Giza è proprio davanti lei, la figura più maestosa e misteriosa dell’Antico Egitto: la Sfinge. Ammetto che le Piramidi avevano rapito totalmente la nostra attenzione dal finestrino dell’aereo, lasciando la Sfinge in secondo piano. Eppure, quando ce la siamo ritrovata davanti, siamo rimasti a bocca aperta. Questa colossale statua, con il corpo di un leone e il volto di un faraone, continua a intrigare e affascinare studiosi, archeologi e turisti di tutto il mondo. La sua costruzione risale al 2500 a.C. circa, durante la Quarta Dinastia dell’Antico Regno dell’Egitto e ritrovarsela davanti è una vera e propria magia. Il suo sguardo così magnetico ci ha penetrati, tanto da ribaltare completamente la nostra attenzione.
Le Piramidi sono iconiche si, ma la Sfinge ti rimane dentro con la sua pietra color sabbia, le zampe lunghissime e la coda attorcigliata intorno al corpo, finemente scolpita.
Sakkara e Menfi, l’antica capitale d’Egitto
Lasciate a malincuore la piana di Giza, il nostro tour è continuato nel pomeriggio al complesso monumentale di Menfi, l’antica capitale d’Egitto. L’area circostante è ricca di antiche tombe, alcune delle quali risalgono all’epoca dell’Antico Regno, tra queste la meravigliosa necropoli di Sakkara. Qui sorge la famosa piramide a Gradoni di Djoser, ormai icona dell’antico Egitto, si erge su un altopiano da dove si ammira il fitto palmeto di Menfi, un polmone verde che contrasta con il giallo della terra. Costruita durante il XXVII secolo a.C., è considerata una delle prime piramidi costruite dalla civiltà egizia e una vera evoluzione dell’architettura funeraria.
La necropoli dove ammirare i geroglifici
Intorno alla Piramide di Djoser sorge una grande necropoli composta da tombe e mastabe, le tipiche sepolture egizie a forma trapezoidale. L’entrata è compresa nel biglietto d’ingresso e i tour operator lasciano ampia libertà ai gruppi per poter esplorare la zona. Noi ci siamo intrufolati nelle splendide tombe tutte decorate con dipinti murali, che narrano le vite e le gesta dei faraoni e della classe nobiliare dell’epoca. È stato come tornare indietro nel tempo e ritrovarsi alle scuole elementari, eravamo due bambini intenti a toccare con mano i geroglifici scolpiti anni fa e rimasti intatti grazie alla sabbia e al clima secco del deserto. C’erano occhi, falchi, divinità scolpite nella pietra e lasciate senza alcuna protezione ai turisti di tutto il mondo, alcuni di loro avevano già inciso le proprie iniziali accanto ad Anubi o alle figure faraoniche.
Preservare il passato per il futuro, è questo ciò che mi hanno insegnato dalle elementari fino alla laurea in lettere, eppure vedendo la poca attenzione delle orde di turisti credo che l’umanità non meriti tutta la bellezza antica.
Sogno avverato: entrare in una piramide
La nostra visita si conclude con ciò che ci ha fatto sentire dei veri Indiana Jones, il sogno di tutti i sogni: entrare in una piramide. Lo abbiamo fatto proprio a Sakkara e l’esperienza la sconsigliamo vivamente a chi soffre di claustrofobia. La discesa sembra un vero e proprio ingresso al regno degli inferi, avviene tramite un tunnel molto basso, dove è obbligatorio piegare la testa (per fortuna non siamo alti!), sotto i piedi ci si ritrova una pedana di legno con gradini in ferro davvero scivolosi. Procedendo con cautela si giunge alla prima camera con un lungo corridoio stretto e lungo da percorrere, fortunatamente il sito è sempre pieno di turisti e sentirsi in compagnia dà coraggio. Arrivati nelle camere sepolcrali i soffitti sono alti circa 4 metri, l’aria che circola è poca ma, intorno, è tutto completamente ornato di pitture murarie meravigliose. Sembra di essere catapultati in un’altra epoca e, quei disegni così lontani da qualunque corrente artistica, sembrano quasi essere di un popolo alieno. Ora capiamo perfettamente tutte quelle teorie assurde lette sui libri!
La salita verso l’uscita è ben più semplice della discesa, e si avverte un senso di rinascita nel sentire il caldo e vedere la luce del sole, come Dante all’uscita dell’inferno che intonava i versi “E quindi uscimmo a riveder le stelle”. La visita a questo complesso archeologico è ciò che rimane più impresso ai visitatori del Cairo. Un’eredità duratura che i popoli antichi ci hanno lasciato in dono, è così che mi piace definire tutte le meraviglie antiche che sono rimaste intatte alle intemperie e alla storia.
Cala il sole e si accendono i riflettori sulle Piramidi
Tornati in albergo ci concediamo qualche ora di relax nella piscina e, calato il sole, inizia un’altra meraviglia imperdibile: lo spettacolo di luci sulle Piramidi.
Quando la notte cala sul deserto circostante e la maestosità delle Piramidi emerge nell’oscurità, inizia la magia. Potenti proiettori illuminano le facciate di queste antiche meraviglie. I rilievi e le sfumature delle Piramidi prendono vita, attraverso un racconto audio in diverse lingue, musica immersiva e coni di luce. Lo spettacolo si ripete ogni sera, dalle ore 21 circa, i visitatori sono accolti ai piedi della Sfinge per ammirare meglio l’intero complesso di Giza. Non tutti sanno che è possibile ammirare lo spettacolo anche dai numerosi rooftop restaurant situati davanti l’ingresso dell’area archeologica.
Noi abbiamo optato per questa soluzione: abbiamo cenato al Rooftop 7000 e ammirato lo spettacolo durante una cena a base di carne e cocktail analcolici molto dissetanti. L’atmosfera è suggestiva, con la musica tradizionale egiziana che completa lo spettacolo, trasportando gli spettatori in un viaggio attraverso il tempo e la storia. Difficilmente dimenticheremo una serata così bella.
Tutto questo per noi è stato un capitolo fondamentale della nostra vita, che senso ha studiare tutta la vita cose che non vedrai mai? Il nostro desiderio era quello di trascorrere una giornata alla scoperta di un mondo antico che ci ha sempre affascinati. Lo abbiamo fatto Federica e Graziano bambini che, da qualche parte nel mondo, stanno spolverando rovine antiche sotto il sole cocente.
Graziano e Federica
Hola siamo Graziano e Federica, due viaggiatori che hanno unito la propria vita nelle passioni e nel lavoro facendone un viaggio unico. Ci siamo conosciuti ad un colloquio di lavoro, che avremmo lasciato entrambi da li a breve, e dopo quindici giorni abbiamo prenotato il nostro primo viaggio insieme. Amiamo le cose colorate, i profumi del buon cibo e scoprire ogni giorno posti nuovi. La nostra casa è l’unione tra il design lineare scandinavo e lo spirito bohéme parigino.